giovedì 28 maggio 2009

Le luci della centrale elettrica - Canzoni da spiaggia deturpata

Le luci della centrale elettrica - Canzoni da spiaggia deturpata
(2008)
Cantautore




Mah. Ma proprio BOH. Tutto è nato quasi un anno fa quando in attesa del concerto degli Offlaga Disco Pax alla festa di Sant’Eufemia (BS) mi capitò di assistere allo spettacolo di questo Vasco Brondi, accompagnato dal grandissimo Canali. Il nome della band mi era noto da tempo, ma non avevo mai approfondito. Non mi piacque minimamente, quasi mi irritava. Cosa mi irritava? Il suo ibridare CCCP a Rino Gaetano in una salsa pseudo-originale, ma soprattutto la vena di cazzinculismo costante in ogni pezzo. Non la tollero. Non che non mi piacciano le atmosfere tristi e/o malinconiche, quelle per capirci sulla scia di “Radici” di Guccini o di “Tutti morimmo a stento” di De Andrè. È che qui non c’è alcuna malinconia. C’è cazzinculismo e basta. È difficile identificarlo, se non in un punto focale: il contesto generazionale. Non so quanti anni abbia Vasco, credo attorno ai 25, anno più anno meno. È quindi molto vicino alla mia generazione, una generazione capace solo di lamentarsi e piangersi addosso. E lui la rappresenta a pennello con la sua vena passivista, col tono di chi sa di avere perso la partita ma senza avere mosso un dito. Non voglio tra l’altro parlare dei passaggi in cui fa riferimento ai torcioni, veramente insopportabili, rappresentazione del ragazzo/ragazzino che trascorre pomeriggi al parchetto a fumare perché “ccccioè non c’è speranza, non me ne frega un cazzo di niente e di nessuno, sto nel mio, non c’è nulla di interessante!!”, odiosa rappresentazione di un altrettanto odioso elemento medio borghese annoiato dalla vita, forma di vita amebica parassitaria che si sta riproducendo a dismisura. Mi accorgo però che diversi conoscenti, gente che mastica musica, lo ritengono un ottimo cantautore, una grande rivelazione in questi tempi morti. Allora un po’ scettico decido di dare una possibilità all’album, questo “Canzoni da spiaggia deturpata”. Al primo ascolto scorre veloce, carino, niente male mi dico, pensavo peggio visto l’impressione che mi ha dato la prima volta. Al secondo inizio a divenire ancora sospettoso. Al terzo riaffiora l’alone di vittimismo che tanto mi aveva infastidito, alone che permea ogni traccia e si diffonde a macchia d’olio. Lo ascolto ancora ogni tanto, solo qualche pezzo estrapolato dal contesto e giungo ad una conclusione definitiva: Vasco ci sa fare abbastanza, ci sono alcune buone trovate, ma fa molto, troppo il verso a Rino e a Lindo. Inoltre non so quanto sia farina del suo sacco e quanto sia scritto (a livello prettamente musicale, non lirico) da Canali. Tutto questo però non è abbastanza, soprattutto non riesco ad ascoltare più di un paio di pezzi senza che riaffiori il già fin troppo citato vittimismo, che mi fa skippare la traccia in favore dei Dead Prez. Non conosco Vasco e non sono giudizi sulla sua persona questi, è ovviamente l’effetto che esercita su di me la sua musica, per quanto ne so puo’ anche essere un guerrigliero Tamil, purtroppo però non è la musica che fa per me. Diciamo che raggiunge la sufficienza solo considerando alcuni pezzi a se stanti, ma non nell’insieme.

VOTO: 5 / 6

Tracklist:

1. Lacrimogeni
2. Per Combattere L’Acne
3. Sere Feriali
4. Stagnola
5. Piromani
6. La Lotta Armata Al Bar
7. La Gigantesca Scritta Coop
8. Fare I Camerieri
9. Produzioni Seriali Di Cieli Stellati
10. Nei Garage A Milano Nord