giovedì 6 gennaio 2011

American: the Bill Hicks story

American: the Bill Hicks story
Documentario
(2010)



Quando si parla di Stand-up Comedy è impossibile non pensare a quello che, a distanza di quasi vent'anni dalla sua morte, è considerato uno dei maggiori comici di sempre: Bill Hicks. Un grande sognatore ma anche icona dell'eccesso, dotato di una fortissima carica irriverente e corrosiva che spesso sfocia in escandescenze isteriche. Per condividere il suo idealismo c'è una sola strada ed è a senso unico: assistere per prima cosa all'esponenziale annientamento di tutte le convenzioni della nostra quotidianità, ma soprattutto di quei valori vuoti e retorici con cui i governi da sempre indottrinano i propri cittadini, in nome di guerre e autoritarismi che negano ogni logica e ogni libertà di gestire la propria vita se non entro folli schemi autodistruttivi e insensati. Solo dopo questa escalation di violenza, strabiliante e lucidissima, subentrano i desideri speranzosi di Bill, che torna a riappacificarsi con il genere umano. Un personaggio sempre in bilico tra misantropia e una sorta di francescanesimo moderno. Le sue critiche spietate e velenose si abbattono sullo stile di vita comunemente adottato, in cui monotonia, egoismo e mediocrità prendono il sopravvento, generando veri e propri mostri. Colpisce furiosamente ogni simbolo di decadenza contemporanea, tanto governi, eserciti e nazionalismi quanto religione, propaganda mediatica e marketing pubblicitario. È proprio questo bizzarro connubio tra razionalismo, con cui falcia ogni suo demone, e sognante idealismo a rendere tanto esilarante e strabiliante Hicks. I suoi spettacoli rapiscono dalla prima all'ultima battuta, ogni istante è una molla che si tende ed esplode in fragorose risate, senza tempi morti. E non sono solo le sue idee a renderlo unico, ma anche una tecnica elaborata e rielaborata negli anni che sfrutta ritmi, tempi e accenti calibrati alla perfezione, nonché una mimica e una gestualità ipnotiche e perfettamente accordate con il testo. Una bomba a orologeria.



Per conoscere meglio il personaggio e la sua formazione il documentario “American: the Bill Hicks story”, uscito il 14 Maggio 2010, è quanto di più completo si possa trovare in circolazione. Girato da Matt Harlock e Paul Thomas, racconta la vita di Bill dall'infanzia alla morte, avvenuta il 26 Febbraio 1994 a causa di un tumore al pancreas. Gran parte del documentario è stato costruito come una sorta di fumetto digitale realizzato con fotografie modellate su personaggi virtuali, in un collage perfettamente riuscito. Un'ora e quaranta scorrevolissima alla quale fa da sfondo un'ottima colonna sonora, per la maggior parte composta da pezzi dallo stesso Hicks. Folgorato da Woody Allen, fin da ragazzino sa quello che avrebbe voluto fare nella vita: il comico. Veramente impressionante e ammirevole la tenacia con cui anno dopo anno si esercita e continua ad esibirsi ovunque possibile, e non solo agli esordi ma anche dopo il successo riscosso nel 1984. Sempre on the road, arrivò a fare tour che lo impegnavano fino a 300 giorni consecutivi. Il Bill Hicks che conosciamo noi è quello post-1988, quando smise una volta per tutte con droghe e alcool. È in questo periodo che la sua tecnica migliora notevolmente e le sue performances lasciano sempre più spazio a passaggi impegnati, tentando inoltre di veicolare il suo ormai celebre messaggio di fratellanza universale. Estremamente esemplare anche la forza emotiva con cui affronta la malattia, consapevole che il sipario sarebbe calato molto presto. Senza perdere coraggio né lucidità prosegue con i suoi spettacoli, non lasciando presagire nulla nemmeno ai familiari. Si ritira pochi mesi prima della morte e vive sereno fino alla fine dei suoi giorni. Un'altra notevole caratteristica di questo documentario sta nelle intense emozioni che riesce a suscitare senza scadere nella solita retorica da quattro soldi o in pacchiani momenti strappalacrime, cosa che Bill molto probabilmente avrebbe detestato. Il titolo “American” è spiegato verso il finale, quando l'amico Kevin Booth definisce Hicks come un patriota: “Faceva quello che fanno i veri americani e i veri patrioti: metteva in discussione il governo. Ed è questo che significa essere patrioti: mettere in discussione il potere”. Non so fino a che punto si possa definire Hicks un “patriota”, considerando anche il nichilismo con cui lui stesso svuotava simili concetti, ma si può considerare un uomo che a modo suo ha creduto nell'american dream per poi spogliarlo, mettendone a nudo tutte le falsità su cui è stato costruito e che da sempre abbagliano i cittadini statunitensi. Il suo essere americano è stata la sua essenza e in qualche modo anche il suo limite; la fama è arrivata in ritardo soprattutto a causa di quell'apatico pubblico di cui spesso si lamentava, incapace di assimilare una proposta troppo innovatrice e radicale (e lo show del 1990 al West End di Londra, così come il successivo tour internazionale in paesi anglofoni confermarono questa sua opinione riguardo agli spettatori americani). È però anche difficile pensare a un Hicks inglese o australiano; non sarebbe stato lo stesso Hicks e probabilmente non sarebbe mai esistito lo stesso grande comico.
Consiglio quindi a chiunque di procurarsi questo documentario, testimonianza e ricordo di un uomo che ci è stato strappato troppo presto. Non solo un comico immenso, ma anche una persona immensa.
It's just a ride.

Film: http://www.fileserve.com/file/bhQzHUa/American.The.Bill.Hicks.Story.2009.DVDRip.XviD-EPiSODE.avi
Sottotitoli: http://www.comedysubs.org/2010/12/23/american-the-bill-hicks-story-2010/

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