lunedì 22 novembre 2010

Franco Battiato - Gommalacca

Franco Battiato - Gommalacca
Elettronica / Pop / Sperimentale
(1998)



Gommalacca, ventesimo album di Franco Battiato, è il punto di partenza per le nuove sonorità proposte dall'artista siciliano. Al suo stile cantautorale, contraddistinto da un ermetico stream of consciousness e dal tono aristocratico (a volte odioso) si aggiungono componenti più moderne di contaminazione rock ed elettronica. Scritto a quattro mani con Manlio Sgalambro (autore dei testi) l'album si rivela decisamente ibrido e sperimentale, senza che però vengano raggiunti risultati eclatanti (al di là di copie vendute e premi vinti). Il limite principale risiede nelle melodie e nelle strutture spesso troppo facilotte e ruffiane che, nonostante la presenza lisergica di chitarre elettriche e sintetizzatori, risultano troppo scontate e fastidiose.
“Shock in my town” è uno dei pezzi migliori dell'album, in cui campionature e componente ritmica mantengono un equilibrio incalzante che esplode nel ritornello. Le tinte plumbee creano un'atmosfera allucinogena e futuristica, resa palpabile dai versi cantati con voce filtrata. Un Battiato in massima forma. “Auto da fé” parte insopportabilmente scanzonata, per poi riprendersi nelle strofe ed ammosciarsi nel ritornello, mentre “Casta diva” (dedicata a Maria Callas) alza leggermente il livello, grazie ad un pathos drammatico accentuato dalle campionature che riprendono la stessa Callas e la sua originale Casta Diva. Sullo sfondo di ritmi tribali e canti aborigeni si apre “Il ballo del potere”, travolgente ma non troppo, rovinato verso il finale da una voce fuori campo che descrive in inglese il T'ai Chi e che conferisce all'intero pezzo una ridicola contaminazione new age. Segue “La preda”, che continua sulla falsariga di quanto già sentito, esente però dalle esplosioni sonore solitamente legate al ritornello. È il pezzo passionale del lotto, che mescola tenerezza ad aspro erotismo, ma senza mordente. Il grosso difetto di questo album sta nelle invadenti sonorità pop inserite quasi ovunque, che purtroppo rovinano delle canzoni potenzialmente interessanti. Ci pensa “Il mantello e la spiga” a risollevare la situazione, grazie alle tonalità austere e apocalittiche. Un senso di inesorabilità assale l'ascoltatore, i momenti di calma sono costruiti su una base grigia e desolante, che sfocia in cacofonie elettriche ed elettroniche mentre la voce, con il suo timbro bionico, si fa sempre più tagliente. La seconda strofa è introdotta da un verso terribilmente impassibile, che recita “Come sempre le foglie cadono d'autunno”; una semplicità disarmante in grado di sprigionare una potenza evocativa straordinaria. “È stato molto bello” è il terzo ed ultimo pezzo degno di nota, la cui calma cristallina si rivela estremamente introspettiva ed emozionante. Con “Quello che fu” e “Vite parallele” si torna alla deriva, ma è con la conclusiva “Shakleton” (dedicata all'omonimo, celebre esploratore) che si sprofonda nell'abisso. Traccia peggiore dell'album (nonostante le discrete soluzioni melodiche), descrive con un tono tra il recitativo e il cantato la spedizione fallita di Shackleton e del suo equipaggio attraverso l'Antartide. I dati biografici vengono sputati da Battiato come se lo stessero ingozzando, creando un effetto ridicolo che rende la canzone inascoltabile.
Siamo quindi di fronte ad un album con buone potenzialità sfruttate male, soprattutto a causa della semplicità e ripetitività di almeno una metà dei pezzi. Spiccano alcune canzoni degne del miglior Battiato e un aborto messo in chiusura. L'intento di immergersi nel mondo contemporaneo attraverso un viaggio mescalinico e meccanizzato è ammirevole, purtroppo il risultato non è dei migliori. Nell'insieme si raggiunge comunque la sufficienza, la pacchianeria è sfiorata solo in certi passaggi e nel complesso l'album è scorrevole e vanta i suoi picchi. Ma non si può parlare di un buon lavoro, né tanto meno di un capolavoro.

VOTO: 6

Tracklist:
1. Shock in my town
2. Auto da fé
3. Casta diva
4. Il ballo del potere
5. La preda
6. Il mantello e la spiga
7. È stato molto bello
8. Quello che fu
9. Vite parallele
10.Shakleton

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