mercoledì 24 novembre 2010

Robert A. Heinlein - Il terrore dalla sesta luna

Robert A. Heinlein - Il terrore dalla sesta luna
Fantascienza
(1951)



Robert Anson Heinlein: un colosso della fantascienza. Probabilmente il numero uno. Indimenticabili capolavori come “Fanteria dello spazio” o “Straniero in terra straniera” hanno segnato un limite, un picco che poche volte è stato ragguagliato. Non si tratta di un autore con una fantasia sconfinata, ma il suo stile inconfondibile ha dato vita a romanzi straordinari. Il concetto di “dare vita” ad un romanzo in questo caso non è una metafora, Heinlein è capace di rendere concrete, palpabili e soprattutto verosimili le sue storie. Ricordo ancora che leggendo “Universo (Orphans of the sky)” mi sentivo completamente immerso nella narrazione, nonostante la semplicità e la linearità dell'intreccio, immedesimato nel protagonista o nel mutante Joe-Jim a fluttuare per condotti o a contemplare l'infinità della galassia. Un altro grande romanzo. È passato quasi un anno da quella lettura e sentivo il bisogno di riprendere in mano un libro del maestro. Sia chiaro, non tutto quello che ho letto fino ad ora mi ha entusiasmato: “Sesta colonna” mi è parso un romanzo poco più che discreto, “I figli di Matusalemme” non va oltre una scarsa sufficienza. E devo dire che anche questo “Il terrore dalla sesta luna” (“The puppet masters”) mi ha lasciato parecchio perplesso. Sicuramente partivo con aspettative troppo alte. Non è uno dei primissimi romanzi di Heinlein ma si può comunque inserire nel primo periodo; siamo quindi di fronte ad uno stile ancora acerbo e in fase di elaborazione.
L'idea di base diventerà un classico, influenzando altri scrittori tra cui Jack Finney e il suo celebre “L'invasione degli ultracorpi (The body snatchers)”. Una razza aliena parassita invade la terra, soggiogando gli esseri umani e annullandone la personalità. I Servizi Speciali indagano e pensano ad una controffensiva, mettendo in guardia il governo americano che però non mostra segni di preoccupazione; l'invasione è impercettibile. Solo quando la situazione inizia a degenerare vengono prese le prime misure drastiche, ma sembra che ormai non ci sia via di scampo.
Il romanzo è scritto in forma di rapporto redatto in prima persona dal protagonista, membro dei Sevizi Speciali. Un discreto incipit ci porta subito nel bel mezzo dell'azione, con i tre protagonisti al completo. Sam, il narratore e primo protagonista, è un uomo atletico e intelligente, logorato dal suo lavoro ma anche morbosamente attaccato ad esso. Mary è una donna coriacea ed affascinante, mentre Il Vecchio, capo dei Servizi Speciali, è un cinico vegliardo estremamente calcolatore, capace di suscitare grande simpatia nonostante l'ostilità che irradia da ogni poro. È il personaggio meglio caratterizzato, estremamente credibile e divertente. I loro rapporti lavorativi si intersecheranno con quelli personali e sentimentali. Quando il governo prende atto del pericolo è necessario che venga studiata una campagna di liberazione; da questo momento seguono una serie di tentativi non proprio coinvolgenti e traballanti, fino a giungere ad un finale interessante e ben elaborato. Il grosso limite di questo libro risiede infatti nel corpus centrale, in cui vengono ripetuti una serie di espedienti e di situazioni già viste per arrivare al finale.
Fondamentale la concezione di Heinlein riguardo l'individualismo, la conservazione della personalità di ogni soggetto è la chiave di volta del genere umano. L'annullamento emozionale perpetrato dai parassiti, anche se (come traspare nel finale) può condurre al nirvana, alla pace dei sensi, è in antitesi con la natura dell'uomo. Perché l'uomo è anche contrasto, tensione, negatività, a volte violenza e distruzione.
Un discreto romanzo di fantascienza, non molto coinvolgente ma abbastanza scorrevole e costruito su idee interessanti.

VOTO: 6,5

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