mercoledì 11 agosto 2010

Alta Tensione

Alta tensione
Horror / Slasher
(2003)



Più spettacolare di “Seven”, più terrificante de “Il Silenzio degli Innocenti”. Forse un po’ troppo esagerato come slogan promozionale. Alta Tensione si muove sulla falsariga degli splatter anni ’70, una nuova ventata di vecchio omaggiato come si deve, ma che non dice niente di nuovo né vanta momenti particolarmente esaltanti. È un buon horror con scene gore ben realizzate, con tanto di fontanella che sparge emoglobina in ogni dove.
Due compagne di università, Marie ed Alex, raggiungono la casa in campagna di quest’ultima. La notte stessa un maniaco armato di rasoio si presenta alla porta con l’intenzione di far strage della famiglia. Da qui la trama si evolve in qualcosa di un po’ più complesso e articolato ma fondamentalmente siamo di fronte al classico slasher. Alex sarà l’unica della sua famiglia a non essere macellata ma verrà legata e caricata su un furgone, destinazione ignota. Marie riesce a nascondersi durante il massacro ed insegue il furgone per liberare l’amica. L’alta tensione consiste nel costante gioco tra l’assassino e Marie, che continua a nascondersi riuscendoci sempre per un pelo, fino all’ovvio momento finale, in cui saranno costretti a scontrarsi. Il film mantiene un buon livello di eccitazione ma una volta capito il meccanismo su cui è costruito l’angoscia viene meno, già sapendo che la protagonista la scamperà fino all’ultimo. C’è qualcosa di più dietro tutto questo, ma non lo racconto per non rovinare il finale. Si tratta di un buon espediente che sa comunque di già visto, soprattutto nel modo in cui viene rivelato allo spettatore (la solita dannata telecamera panopticoniana che mostra sempre la verità!). Particolarmente efficace l’uso dei colori accesi, che a tratti abbagliano, lasciando sospeso un alone surreale. Stesso dicasi per la colonna sonora, minimale e ripetitiva ma che vanta anche alcune hit, vedi la candida “New Born” dei Muse, che esplode in una cacofonia elettrica e la nostrana “Sarà perché ti amo” (!) dei Ricchi e Poveri. In definitiva un discreto film, che vale la sua ora e mezza di visione.

VOTO: 7

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