martedì 10 agosto 2010

Open Water

Open Water
Horror / Drammatico
(2003)



L’oceano, la “thalassa”, tutto quello che non è terra e che ricopre il 70% del nostro pianeta. Un altro mondo, in grado di evocare terrori ancestrali. Non sapere cosa abbiamo sotto i piedi, non riuscire a vedere più in là di qualche metro, trovarsi nel bel mezzo del nulla senza punti di riferimento. Un senso di agorafobia estremizzato dall’essere immersi in quello che non è il nostro habitat naturale. Affogare, essere divorati dagli squali, morire di ipotermia, morire di fame o di sete. Fondamentalmente essere scaraventati al largo della costa o sulla luna non fa troppa differenza.
Open Water cerca di fare leva su queste paure, un lento incedere verso la morte, senza speranza. Un coppia, per errore, viene dimenticata al largo dopo un’immersione. Nessuno si accorge dell’accaduto fino a quando sarà troppo tardi. I due protagonisti si scoprono totalmente impotenti; non sanno se aspettare aiuto o se provare a spostarsi nella speranza di prendere la direzione giusta, hanno fame e freddo, sentono la costante presenza degli squali. Il film, dal taglio quasi amatoriale, punta sulla lenta agonia e il senso di angoscia che cresce di minuto in minuto. Purtroppo le idee interessanti sono poche, la maggior parte delle scene sono abbastanza monotone e ripetitive e il senso di terrore esplode solo in pochi istanti. Ben congegnati i momenti di passaggio dal pomeriggio al tramonto e dalla sera alla notte, in grado di risollevare l’interesse dello spettatore. Qualche spunto più ispirato e una tecnica un poco più elaborata, in grado di accentuare le scene principali, avrebbero contribuito a rendere questo film decisamente più terrificante. Peccato, una buona idea di partenza sprecata.

VOTO: 6,5

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