giovedì 26 agosto 2010

Vendicami

Vendicami
Noir
(2009)



Prima di tutto una cosa: è assurdo avere nel raggio di 20 minuti 6/7 cinema e neanche uno che abbia avuto in programmazione Vendicami. Zero assoluto. Veramente scandaloso, ma forse dovrei già meravigliarmi che sia stato proiettato in qualche sala italiana. Il nuovo noir di Johnnie To si prospetta come la classica storia di vendetta tormentata, una famiglia massacrata dalla mala di Hong Kong per motivi ignoti. Il padre della donna, l’unica superstite, arriva dalla Francia per trovare i carnefici e fargliela pagare. Lui è Costello, un cuoco (Johnny Hallyday), o almeno così dice. Riesce ad assoldare tre killer professionisti e li incarica di eliminare gli assassini della moglie. I tre sono i soliti protagonisti delle ultime produzioni del regista cinese: Lam Suet, Anthony Wong e Lam Ka Tung. Degli assassini abilissimi ma con una forte vena scherzosa e bonaria, che alla fine si ritrovano sempre soli contro tutti, ribelli anche contro i propri padroni. È in loro che si incarna e traspare la vena ironica in grado di smorzare i toni troppo seriosi, costruiti sullo sfondo di truculente stragi in cui nessuno, bambini compresi, ne esce vivo. Vendicami, a differenza degli ultimi lavori di To non risulta pienamente coinvolgente, complice una durata forse leggermente eccessiva ed alcuni tempi morti. Inoltre mancano le scene travolgenti, le sparatorie armoniose e danzanti tipiche dei precedenti film, in grado di elettrizzare lo spettatore lasciandolo a bocca aperta. È necessario uno stile notevole per rendere così interessanti dei comunissimi scontri a fuoco, e Jonnhie To è sempre stato decisamente abile nel renderli unici. I nemici cadono come mosche, ma anche i nostri vengono feriti (altro elemento ridondante) e si rimettono in pista dopo essersi curati con le proprie mani. Anche il “cuoco” Costello si rivelerà un abile pistolero, forse perché anche lui lavorava nello stesso ramo dei suoi nuovi compagni. Ma durante i bei tempi andati si era beccato anche una pallottola nel cranio, che se ne sta ancora lì e rischia di fargli perdere la memoria. La corsa verso la vendetta si fa sempre più tesa e inesorabile.
L’atmosfera umida e fumosa della città accresce il pathos, siamo di fronte ad una componente classica del noir ma che si rivela sempre efficace nella sua semplicità. Anche la colonna sonora malinconica intensifica il sopraggiungere di una fine ingloriosa e inevitabile, verso la quale ci si precipita con noncuranza, pronti ad accogliere la morte a braccia aperte. Un film inferiore ai precedenti ma comunque valido, che ci conferma ancora lo stile di To: piogge di piombo, duelli in stile western, premesse di ingiustizie urlanti che devono essere placate, trionfo nel bagno di sangue.

VOTO: 7+

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